L'ESERCITO DI LEVA COSTA MENO ALLE CASSE DELLO STATO, PERCHÉ I COSTI SONO RIPARTITI SULLE FAMIGLIE

Firenze, 19 novembre 1998

Apprendiamo con piacere che il Ministro Scognamiglio si sia reso finalmente conto che i tempi sono maturi anche in Italia per l'abolizione della leva. Speriamo che questo suo proposito sia messo in atto il prima possibile e che i tempi di transizione siano rapidi.
Quanto alla questione dei costi, pensiamo che essi vadano inquadrati in un ottica un po' più ampia. Se in Italia l'esercito di leva costa poco è perché le paghe dei soldati e degli obiettori sono praticamente simboliche - 170.000 lire al mese - dato che persone costrette a svolgere un servizio obbligatorio, con l'alternativa del carcere, non hanno alcuna capacità contrattuale. Questo comporta per ogni famiglia italiana che abbia un figlio maschio sano una spesa per il suo mantenimento non solo durante il servizio di leva, ma anche nei mesi (a volte anni) precedenti, durante i quali ben difficilmente il futuro coscritto trova lavoro perché non militesente. Quindi l'esercito di leva costa meno alle casse dello Stato, perché i costi sono ripartiti sulle famiglie.
Ma questi non sono i soli costi da tener presenti; ci sono i costi dovuti al mancato guadagno del coscritto, i costi di chi deve interrompere gli studi o i corsi di formazione, ma soprattutto il costo sulla libertà di ogni singolo cittadino sottoposto alla leva, che a nostro avviso non ha prezzo.
Facciamo notare fra l'altro che i posti di lavoro che si verrebbero a creare (si parla di 96.000 militari volontari), sommati ai posti di lavoro lasciati liberi dagli oltre 50.000 obiettori, sarebbero anche una valvola di sfogo per la disoccupazione - soprattutto giovanile.
Nelle varie dichiarazioni rilasciate in questi giorni si parla raramente del servizio civile. Noi speriamo che il servizio civile obbligatorio sia abolito contestualmente alla leva, e ricordiamo che l'art. 14 della Convenzione Europea per i Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali vieta di imporre i lavori forzati tranne che a criminali e obiettori di coscienza. Venuta meno la coscrizione militare quindi, non c'è alcun motivo per imporre una generalizzata leva civile.

Valentina Piattelli
presidente di «Né giusta né utile - Movimento per l'abolizione della leva obbligatoria militare e civile»