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A fine luglio era stata annunciata la sospensione delle chiamate degli obiettori di coscienza. Cerchiamo di capire meglio cosa è successo e quindi cosa accadrà.
La nuova legge sul servizio civile aveva istituito un "Fondo nazionale per
il servizio civile degli obiettori di coscienza", che doveva coprire tutte
le spese (paga e rimborsi per il vitto e alloggio) degli OdC.
All'art. 19, comma 3 l'entità del Fondo veniva determinata in "lire 120
miliardi a decorrere dal 1998". Tale somma avrebbe coperto adeguatamente le
paghe di circa 50.000 obiettori, e ciò equivaleva alla capacità ricettiva
complessiva degli enti. Nonostante le pressioni da parte dei distretti per
ampliare o aprire nuove convenzioni, la capacità ricettiva è grossomodo
rimasta invariata. Sono però aumentate notevolmente le domande di obiezione
di coscienza (oltre 70.000 nel 1998).
Nella stessa legge, l'art. 9 comma 2 stabilisce che: "Fino al 31 dicembre
1999 gli obiettori di coscienza ammessi al servizio civile sono assegnati
[...] nella misura consentita dalle disponibilità finanziarie di cui
all'articolo 19, che costituiscono il limite massimo di spesa globale. In
mancanza o in ritardo di assegnazione, l'obiettore è collocato in congedo
secondo le norme vigenti per il servizio di leva."
Poiché il costo medio di un obiettore è di circa 12.000 lire al giorno
(metà di paga, l'altra metà va all'ente come rimborso per il vitto e
l'alloggio, quando l'ente è tenuto a fornirlo), le spese per i circa 70.000
OdC che avevano presentato domanda l'anno scorso e che sono entrati in
servizio quest'anno sono già arrivate a 171 miliardi, bel oltre quindi il
tetto di spesa di 120 miliardi.
Grazie all'interessata sollecitazione di vari enti, e a quella meno
comprensibile delle associazioni degli obiettori, l governo ha deciso che
stanzierà nuovi fondi tramite una nuova legge il cui progetto sarà
approvato al prossimo consiglio dei ministri, quindi a fine agosto.
Questo dovrebbe permettere di pagare gli obiettori attualmente in servizio
(che non saranno certamente congedati) e dovrebbe anche permettere di
chiamare in servizio gli obiettori che avrebbero dovuto partire a fine
anno.
Probabilmente coloro che avrebbero dovuto partire il 2 settembre, non
partiranno in quello scaglione, ma in quelli successivi.
Resta il problema del fatto che non ci sono abbastanza posti disponibili
per tutti gli obiettori, ma con il giubileo incombente, tale speranza di
essere congedati sembra essere vana. Anzi è perfino ipotizzabile che tutto
ciò sia stato orchestrato ad arte in modo da avere un numero maggiore di
obiettori in servizio nell'anno del Giubileo, per assistere turisti e
pellegrini disabili.
Se per un qualche motivo (ad esempio se il governo dovesse cadere o simili
eventualità), il disegno di legge non fosse approvato, circa 30.000
obiettori potrebbero essere esonerati. Vediamo perché.
Coloro che avrebbero dovuto partire con il prossimo scaglione del 2
settembre avevano fatto domanda all'incirca nel settembre dell'anno scorso.
La nuova legge sul servizio civile specifica all'art. 9 comma 2 che fino al
31 dicembre 1999 gli obiettori di coscienza ammessi al servizio civile
sarebbero stati assegnati entro il termine di un anno dall'accoglimento
della domanda. Quindi coloro a cui è stato notificato l'accoglimento della
domanda, possono calcolare la data del congedo per mancato rispetto dei
termini di chiamata guardando la data in cui à stata riconosciuta la loro
obiezione di coscienza. Coloro invece a cui non è stato notificato niente
(e sono la maggior parte), devono calcolare 6 mesi dalla data in cui hanno
presentato domanda, e quindi aggiungerci 12 mesi (cioè 18 in totale) per
calcolare entro quanto tempo lo stato può richiamarli.
12 agosto 1999, Valentina Piattelli, presidente di «Né giusta né utile - Comitato per l'abolizione della leva obbligatoria militare e civile»