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MOVIMENTO PER L'ABOLIZIONE DELLA LEVA OBBLIGATORIA MILITARE E CIVILE |
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nelle librerie Rizzoli, Feltrinelli, Cima, presso i CTS e gli
Informagiovani di tutta Italia.
SERVIZIO CIVILE O "VOLONTARIATO" COATTO?
50.000 POSTI DI LAVORO SPRECATI
di Valentina Piattelli
Al momento, un'associazione di volontariato o un Ente locale che avessero bisogno di personale si trovano di fronte ad una alternativa: assumere uno stipendiato oppure aprire una Convenzione con il Ministero della Difesa per l'assegnazione di obiettori di coscienza sottoposti a servizio civile. Nel secondo caso però la paga dell'obiettore (170.000 al mese!) viene pagata dal Ministero della Difesa. Ecco perché, a differenza dei militari, gli obiettori di coscienza non sono mai in esubero, e la domanda da parte degli enti è in costante crescita.
È stato calcolato che, se al posto di questa forza lavoro coatta, priva di diritti sindacali e gratuita per chi la sfrutta, gli Enti avessero dovuto assumere altrettanti dipendenti, avrebbero dovuto spendere oltre 1000 miliardi. Con la nuova legge gli Enti non hanno neanche più l'obbligo di fornire vitto e alloggio agli obiettori in servizio, costringendo così gli obiettori - ai quali è vietato lavorare - a farsi mantenere dalle famiglie.
In oltre la metà dei casi "l'area vocazionale" espressa dall'obiettore non viene rispettata, e può quindi accadere che una persona venga precettata presso un'associazione di cui non condivide i fini o i metodi (in violazione dell'art. 20-2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani secondo la quale «Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione»).
È ovvio che da persone costrette a svolgere un servizio che non hanno scelto e che non si possono rifiutare di svolgere, non ci si possa aspettare entusiasmo né grande disponibilità. Recentemente il Sovrintendete dei Beni Artisti e Storici della Liguria ad esempio ha deciso di chiudere la Convenzione con il Ministero della Difesa ed assumere personale per la sorveglianza dei musei: «Sono meglio due persone fidate ed esperte, piuttosto che tre di cui non si è sicuri» ("La Nazione" 9-7-98).
La nuova legge sull'obiezione di coscienza prescrive che l'obiettore non possa sostituire personale «assunto o da assumere per obblighi di legge o per norme statutarie organiche dell'organismo presso cui presta servizio civile». Questa formulazione non impedisce quindi la sostituzione di personale, se la sua assunzione non era prevista dalle "norme statutarie".
Accade così assai frequentemente che compiti anche delicati quali l'assistenza agli anziani o ai disabili siano delegati a persone non qualificate, costrette a svolgere quel determinato servizio, mentre persone con competenze professionali apposite non riescono a trovare lavoro. Gli Enti che usufruiscono degli obiettori inoltre fanno concorrenza sleale; ad esempio le cooperative sociali convenzionate possono partecipare a gare d'appalto con prezzi bassissimi, dato che non devono pagare stipendi per gli obiettori.
Come si può vedere, lo Stato abbassa i costi dello stato sociale ricorrendo a forme di lavoro forzato, il cui controllo e gestione è affidato in gran parte all'associazionismo. I costi di questo sistema non ricadono sullo Stato, ma sulla società, e cioè sulle famiglie degli obiettori costrette a mantenerli, e sugli obiettori stessi che, per svolgere impieghi per i quali non sono qualificati, devono perdere anni di studio o di lavoro.
Abolendo questo sistema si libererebbero sicuramente decine di migliaia di posti di lavoro; inoltre gli attuali utenti dei servizi svolti dagli obiettori potrebbero ricevere un servizio svolto da persone preparate, capaci e soprattutto che svolgono i loro compiti volontariamente, e non perché costrette.
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